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12 agosto 2011 - 11:55:12
categoria: Astronomia
Stelle cadenti e rischi per il nostro pianeta
Con lo sciame delle perseidi al suo culmine, osserviamo questi fuochi artificiali celesti chiedendoci quale sia la loro causa. Sappiamo che per la maggior parte gli sciami di meteore sono causate dal passaggio delle comete, ma cosa succede quando invece in altri momenti dell'anno osserviamo meteore sporadiche ma che non sembrano così tanto casuali? La risposta è una cometa a lungo periodo che potrebbe puntare al nostro pianeta.

Le comete non sono solo oggetti che vagano nel sistema solare, ma seguono precise orbite attorno al Sole e quanto queste orbite intersecano la nostra, possiamo avere una testimonianza del loro passaggio osservando le stelle cadenti. Le comete a lungo periodo non hanno fretta, possono metterci dai 200 ai 10 mila anni per completare un giro attorno al Sole, con una fitta "striscia" di corpi (meteoroidi) davanti a se. In genere questi corpi che anticipano la cometa possono darci degli indizi su dove e quando la cometa comparirà, ma possono anche riservarci una sorpresa: la cometa potrebbe essere destinata ad incontrare la Terra. Potremmo quindi avere qualche avvisaglia in anticipo osservando questi inaspettati sciami di meteore.

"Questi sciami di meteore sono estremamente rari. Succedono solo circa una o due volte ogni sessant'anni, quando la sottile coda di meteoroidi interseca l'orbita terrestre nel momento esatto in cui la Terra è in quel punto della sua orbita" spiegano Peter Jenniskens (SETI) e Peter S. Gural (SAIC). "Data la loro rarità, molti di questi sciami sono ancora da scoprire. Noi ne abbiamo osservato uno prima sconosciuto il 4 febbraio 2011".

Grazie a un progetto di monitoraggio delle meteore tramite una rete di telecamere chiamato Cameras for Allsky Meteor Surveillance (CAMS), oltre 300 nuovi sciami di meteore sono allo studio degli esperti per una conferma. Lo sciame del 4 febbraio, chiamato sciame delle "Eta Acquaridi", è uno tra questi ed è stato osservato da tre diverse postazioni. L'evento è durato per circa sette ore ed è stato confermato con la rilevazione delle tracce astrometriche dei corpi da tre diverse telecamere notturne e addirittura con segnali radio presi di giorno in Finlandia.

"La somiglianza delle orbite dei meteoroidi implica che le eta Draconidi siano uno sciame molto giovane. Il periodo orbitale suggerisce che a produrle sia una cometa a lungo periodo, probabilmente simile alla cometa di Halley. Il materiale che noi vediamo sarebbe quindi materiale prodotto nel precedente passaggio nelle vicinanze del Sole" dicono i due esperti. Stranamente, nessuna attività meteorica è stata registrata nei giorni immediatamente precedenti o successivi il 4 febbraio 2011 e nemmeno negli anni 2007 - 2008 - 2009. Sulla domanda a quale cometa appartenga questo sciame non si può ancora dare una risposta e può essere un buon spunto di riflessione mentre osserviamo le perseidi questa notte.

"Questa è una scoperta molto importante, perché riguarda la presenza di oggetti celesti potenzialmente pericolosi. Se la striscia di meteoroidi può colpire la Terra, lo stesso può fare la cometa" dice il team. "Un impatto però può avvenire soltanto se la cometa dovesse intersecare la nostra orbita esattamente nel momento in cui noi ci troviamo in quel punto, ovvero il giorno 4 febbraio. Possiamo però osservare lungo l'orbita della cometa per cercare di scorgerla prima, in modo da avere un lungo preavviso su quando e dove passerà. Dovremmo quindi poter avere, anche nella peggiore delle ipotesi di un a collisione, un preavviso di alcuni anni."

Universe Today



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