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29 febbraio 2020 - 20:56:26
categoria: Astronomia
La corsa allo spazio - Lo Sputnik
Beep – Beep – Beep

Un semplice suono ciclico e continuo, questo bastò per scatenare lo stupore, ma soprattutto il panico, nell’intero mondo occidentale. Al di sopra del mondo, più di 60 anni fa, una “sfera antennuta” trasmetteva questo segnale. Scopriamo quindi la storia del primo satellite, lo Sputnik.

Ci troviamo a metà degli anni 50, gli stati vincitori della Seconda guerra mondiale si sfidano a colpi di tecnologia, cercando di produrre i migliori armamenti. In un primo tempo, gli Stati Uniti paiono spuntare come i favoriti, ma i sovietici presentano una tecnologia già conosciuta ma poco sfruttata, il missile. Il missile è un vettore, cioè un sistema il quale permette di trasportare un carico senza l’ausilio obbligatorio di persone a bordo, come ad esempio accade con un aereo. Dato che entrambe le potenze conoscono e padroneggiano armamenti atomici, l’opzione più concreta è quella che il carico di questi missili sia proprio costituito da testate atomiche. Ma dato che nessuno dei contendenti vuole scatenare un nuovo conflitto, comincia una fase dove entrambi si concentrano in dimostrazioni della propria superiorità tecnologica, per aumentare il prestigio della propria nazione.

In principio è l’Unione sovietica che domina nel campo missilistico, grazie allo sviluppo del proprio vettore R-7/Semyorka. È proprio grazie al razzo R7 che viene lanciato in orbita il primo satellite della storia, lo Sputnik, che in italiano significa “compagno di viaggio”. Questo lancio darà il via a quella che oggi viene chiamata “Corsa allo spazio”, un capitolo della famosa Guerra fredda.

Lo Sputnik è ideato da Mikhail Stepanovich Khomyakov e dalla sua squadra.
Viene costruito nell’OKB-1, cioè nell’Ufficio di progettazione sperimentale dell’Unione Sovietica, un ente segreto che si occupava di tecnologie ad uso militare. La sonda è composta da batterie, un trasmettitore, la calotta esterna e quattro antenne di comunicazione. L’interno della capsula è riempito di azoto.
Il lancio avviene il 4 Ottobre del 1957, dalla rampa di Baikonur del deserto del Kazakistan i motori del Semyorka si accendono, spingono il satellite fino a 28 mila chilometri all’ora a una quota che raggiungerà i 900 km di altezza. Lo Sputnik funzionerà per 21 giorni e rientrerà bruciandosi nell’atmosfera all’inizio dell’anno successivo, dopo 92 giorni in orbita.
Grazie alla sua strumentazione di bordo fu in grado di studiare la ionosfera terrestre. Gli impulsi radio trasmessi dalle sue antenne e ricevuti a terra contenevano informazioni sulla temperatura e densità delle zone della ionosfera che attarversava e permisero agli scienziati di capire, ad esempio, che la densità a quelle quote era più alta di quanto si pensasse.

Gli USA risponderanno al lancio dello Sputnik tre mesi più tardi con il satellite Explorer 1, ma con quei Beep - beep - beep, udibili dai radioamatori di tutto il mondo, lo Sputnik fu il pioniere di una enorme flotta di quei macchinari molto più evoluti, i quali oggi, orbitando nello spazio, permettono la comprensione del meteo, della telefonia e dei servizi internet.

Emanuele Anelli
Gruppo Astrofili Messier 42

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